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Storico May, 2013

La realizzazione del 4° CD ci offre l’opportunità di riandare con la memoria agli anni spensierati della gioventù, quando, conclusi gli studi liceali, iniziammo quelli universitari rendendoci ben presto conto che avremmo goduto di maggiore libertà e di tempo da dedicare alla musica, agli strumenti, all’ascolto dei dischi che fino agli anni ‘50

ancora circolavano nel formato di 78 giri. I primi li avevamo ascoltati sotto le tende delle  truppe americane accampate attorno a Verona dopo l’avvento della liberazione(1945) e da allora la passione per il primo jazz “dixieland” divenne ben presto imperioso desiderio di suonarlo per cui tutto quello che avvenne in seguito fu la realizzazione di un sogno destinato a durare nel tempo, e che infatti dura tuttora con la realizzazione del 4° C D.

Alla formazione iniziale (1950) della Original Perdido Jazz Band (Giannantonio “Sabù” Bresciani, Renzo Bonaldi, Luciano Capuano, Carlo Lenotti, Giancarlo Piva, Gianni Romano, Gianni “John” Vidali) si avvicendarono, in tempi successivi, di volta in volta, musicisti particolarmente attratti dal jazz creativo di Louis Armstrong e dalle innovazioni armonico-cromatiche dell’orchestra di Duke Ellington. Tra loro desideriamo ricordare Giulio Leoni, Lelio Tagliaferro, Maurizio Pugnaletto, Pietro Salvaggio, Marco Pasetto, Marco Brusco, Matteo Prevedelli, Luciano e Michele Zorzella, Francesco “Chicco” Agostini e tantissimi altri, come Rhonda Moore, che hanno di fatto contribuito a sostenere la Original Perdido, proclamatasi ‘New’ solo per qualche tempo, durante il quale le ispirazioni del primo Ellington, non ancora Duke, prevalsero sugli accadimenti interni alla band che in quanto imprevedibili, avrebbero potuto spegnere i più forti entusiasmi anziché, come di fatto avvenne, riaccenderli prepotentemente.

Sentimenti che trovarono la forza di alimentarsi anche grazie all’inesauribile, continuo flusso di linfa vitale che il jazz sapeva profondere nel suo incessante rinnovarsi  alla ricerca di nuovi linguaggi, pur conservando intatto il senso storico della sua origine e la sua spiritualità  già presente nella prima forma originale, quella del ‘blues’ dei campi di cotone della Louisiana, divenuta per sempre espressione d’arte nella francese New Orleans degli anni ‘910-‘920, esattamente così come noi della Original Perdido abbiamo e continuiamo tuttora a percepire.

I titoli dei brani registrati si rifanno a composizioni dell’epoca giunte a noi tramite la storica discografia degli Hot Five-Seven di Louis Armstrong, considerati ancora oggi elementi fondanti della musica che la Original Perdido propone agli appassionati  del primo dixieland, in una atmosfera dolce, accarezzevole, forse un po’ nostalgica nel titolo di presentazione dei mille concerti fatti, che recita  “Le origini del jazz: c’era una volta New Orleans…” In questa evocazione ancora oggi proviamo l’emozione di una serata ‘dixie’  trascorsa con il mitico Earl “Father” Hines (pianista degli Hot Seven) che, al termine di un godibilissimo recital pianistico tenuto a Verona, chiesa di San Francesco il 17 novembre 1973, accettò il nostro invito a concedersi un momento di ebbrezza, tra i tini ed i mosti ribollenti della nostra Valpolicella, alternando al bicchiere vuoto le virtuosistiche decime delle amate, sensuali note di “Roseta”, “My Monday Date”, “Honeysuckle Rose”.

Il front-line della formazione comprende: Giannantonio “Sabù” Bresciani, tromba e vocalist; Saulo Agostini, trombone; RossanoFravezzi, clarino; Gianni Romano, banjo; Renzo Segala, basso tuba; Enzo Andreoli,washboard. La partecipazione di Lorena Strozzieri, vocalist, ha la forza di un appassionato  richiamo alle sublimi altezze  interpretative del blues dell’indimenticabile Bessie Smith, così come ce le ha consegnate la discografia del primo jazz, il jazz di New Orleans.

(note di Giannantonio Bresciani, www.originalperdido.it)

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